La palestra delle prove - Giacomo 1,1-3 e 12

 
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Se si raggiunge l’Inghilterra col traghetto o con il tunnel, dopo aver attraversato la Manica, per i primi 50 km di strada che da Dover conducono a Londra ci sono continui segnali che ricordano “mantieni la sinistra”, “guida a sinistra”. Com’è noto, la guida in Gran Bretagna avviene a sinistra. Per chi viene dal continente, abituato a guidare a destra, tutte le abitudini di guida, anche le più sedimentate, devono essere messe in discussione e riviste in modo speculare. Non a destra ma a sinistra. Essendo ora entrati sulle isole britanniche, dobbiamo guidare secondo le regole del traffico lì vigenti.

La lettera di Giacomo è un cartello che ci ricorda che, essendo diventati cristiani, non possiamo vivere come vivevamo prima, ma abbiamo il privilegio di vivere in modo diverso, dall’altra parte, cioè libero, paziente, accogliente, dipendente e con speranza. La lettera di Giacomo è un cartello che ci ricorda: “attenzione, nella vita cristiana non si vive più come prima. Non continuare a guidare a destra, altrimenti andrai a sbattere. Attieniti al percorso tracciato dalla Parola di Dio e vivrai in modo onorevole”. 

Come i cartelli di Dover sono “strani” per chi proviene dal continente, così la lettera di Giacomo contiene da subito un insegnamento “strano”: la vita cristiana non è semplice, pacifica, in discesa, ma al contrario “provata”, molto provata. Se uno diventa cristiano pensando di aver scelto una vita facile si sbaglia. Senza molti convenevoli ed entrando subito in tema, Giacomo lo dice a chiare lettere nel primo capitolo che è tutto incentrato sulle “prove”. Vedremo tre insegnamenti che Giacomo ci dà nei primi versetti. 

1. Gioia in luoghi impensabili
Dopo essersi brevemente presentato, Giacomo parte subito col primo cartello che ci dice: cerchi gioia, felicità? Non aspettarti di trovarla nei luoghi convenzionali (ricchezza, salute, benessere) ma nelle prove. Se vi trovate nelle prove, sappiate che per voi deve essere “una grande gioia” (v. 2). Più avanti, al v. 12, dice “felice, beato è colui che sopporta la prova”, rinforzando l’idea che la prova della vita è un’esperienza da affrontare all’insegna della gioia.

Cosa succede qui? Succede che Giacomo, fratello del Signore Gesù, ripete quello che suo fratello e il suo Maestro Gesù aveva insegnato nel famoso Sermone della montagna (Matteo 5,3-12). Lì Gesù aveva ridefinito chi sono le persone gioiose, beate e benedette. Sono i poveri in spirito, gli afflitti, i mansueti, gli affamati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, quelli che si adoperano per la pace, i perseguitati a motivo di giustizia: questi sono beati. Giacomo riassume queste 8 categorie di persone in una sola dicendo: chi è provato è benedetto o può vivere la prova con gioia. Chi vive nella prova può farlo sperimentando la gioia di Dio. Gesù aveva detto che la stessa cosa era accaduta ai profeti (Matteo 5,12) e Giacomo cita come esempi di persone provate e gioiose proprio i profeti Giobbe ed Elia (5,11 e 17). Quello che ha detto Gesù, Giacomo lo ridice. 

La prova è uno luogo della vita in cui trovare gioia se vissuta con Dio. Giacomo inizia ridisegnando la mappa della gioia. Dove noi cerchiamo gioia (benessere, salute, ricchezze), lì gioia non c’è o è fugace e superficiale. Prima o poi si tramuta in dolore e perdita. Ma chi fa la volontà di Dio, trova la gioia anche attraversando la prova. La prova di sentirsi soli, non capiti, affaticati, frustrati, può essere difficile e dolorosa. Senza Dio affrontiamo tutto ciò sviluppando amarezza, risentimento, rabbia, irrequietezza. Qui Giacomo ci dice con un cartello: “attenzione, stai guidando dalla parte sbagliata”. Quando la prova arriva, perché non la affronti come una occasione in cui Dio sarà con te e tu la potrai affrontare con gioia? 

Chi è cristiano è provato. Chi è provato è beato. Chi è provato può gioire anche nella prova. Questo è contro-culturale perché nasce dalla fede in Gesù Cristo. Se sei cristiano puoi trovare la gioia anche in luoghi impensabili. Pensa per un momento ad una prova che stai vivendo. Sì, proprio quella può essere vissuta con gioia. E’ strano, ma vero. Ti dice di guidare a sinistra e non sei abituato. Eppure è così e la lettera di Giacomo ci invita a vivere con Dio ogni situazione della vita, anche le più difficili. 

2. Abbondanza di cose non cercate
C’è una seconda cosa “strana” nella vita cristiana. Oltre a poter vivere le prove con gioia, Giacomo ci dice che le prove non sono accidenti occasionali che accadono una volta ogni tanto, quasi per caso. No, le prove ci sono e sono tante. Se c’è una certezza nella vita cristiana è che le prove sono abbondanti, copiose, continue. Noi pensiamo che la vita cristiana sia un percorso protetto dalle prove, prova-free. E sbagliamo.

Le prove vengono da ogni direzione. Dall’esterno della chiesa (nei più diversi contesti difficili di vita in cui ci troviamo), dall’interno della chiesa (con la vita ecclesiale che è una palestra in cui la fede viene testata), per arrivare dentro di noi (con le lotte e i combattimenti del cuore). Da tutte le parti la si guardi, la vita è una pentola sul fuoco delle prove che bolle continuamente.  

Noi cerchiamo abbondanza di benessere, sicurezza, riposo, salute e la vita cristiana non ci garantisce nessuna di queste cose: ci riserva invece abbondanza di prove. La pace di Dio c’è e ci sarà, come la gioia. Ma non è una pace e una gioia in assenza di prove, ma in presenza di molte prove. La vita ha tanti ingredienti come il minestrone di stagione: nei mesi estivi ci sono alcune verdure, nei mesi invernali ci sono altre verdure, ma l’olio delle prove condisce sempre il tutto ed è sempre presente. La macedonia di frutta cambierà a seconda dei frutti di stagione, ma sempre ci sarà la crema o il limone che amalgama il tutto.

Noi non sappiamo cosa Dio ci riservi e per quanto tempo, ma sappiamo che in un modo o nell’altro avremo prove. Non ci stupiamo per le cose che accadono. Dio ci sta forgiando, Dio ci sta provando, Dio ci sta cambiando attraverso le prove. Le prove sono il suo strumento per cesellare la pasta della nostra vita che, senza prove, tenderebbe ad indurirsi e a deteriorarsi.   

3. Conclusione con botto finale
Dio dichiara beati coloro che sono provati, anche quelli che affrontano prova dopo prova. Ci accompagna con la sua gioia e ci sostiene con la sua forza. Non affrontiamo le prove come se guidassimo a destra, ma ricordiamoci che nel regno di Dio si guida a sinistra, cioè valgono le regole “strane” di Dio. Il v. 12 ci preannuncia una conclusione col botto. Le prove non dureranno per l’eternità. Hanno una data di scadenza dopo la quale finiranno e ci sarà una stagione nuova. Nel Sermone sul monte Gesù aveva parlato di “premio” che aspetta i beati da Dio (Matteo 5,12). Qui Giacomo addirittura parla di “corona”. E’ la stessa cosa. Quando vorrà, Dio farà cessare le prove e ci accoglierà a Sé rivestendoci della sua presenza che non sarà più schermata dal nostro peccato. Lo vedremo faccia a faccia, saremo con Lui per l’eternità. La gioia che sperimentiamo nella prova sarà piena e completa alla presenza del Signore. Le numerose prove finiranno e faranno il posto al riposo gaudente dell’eternità con Dio. Lui ha promesso questo e lo farà. 

Giobbe e Elia sono stati esempi di questo. Dopo le prove, Giobbe abbracciò il suo Signore che l’aveva sostenuto. Dopo la vita travagliata, Elia fu accolto dal suo Signore che lo aveva mandato. La vita cristiana finisce sempre col botto. Il suo andamento può essere altalenante, con degli alti e bassi, ma finisce sempre con la festa finale e per sempre. 

Anche Gesù ha vissuto una simile storia, come la mia e la tua. Il Figlio di Dio è diventato un uomo per vivere la nostra vita di molte prove. La sua prova è stata molto più grande della nostra. Egli ha sopportato la morte in croce e l’infamia e l’ostilità per noi (Ebrei 12,2-3). Sono state prove numerose e gravose. Lui le ha affrontate con gioia: mentre le viveva, pregustava la gioia del loro risultato. Noi siamo il “premio” e la “corona” della sua vita. Nel profeta Isaia è scritto che dopo il tormento dell’anima sua, Gesù Cristo ha visto la luce e ne è rimasto soddisfatto (53,11). Ed è grazie a Gesù Cristo che possiamo affrontare le prove con gioia aspettando la corona finale. Vuoi continuare a vivere la vita guidando in modo sbagliato e accumulando amarezza, o vuoi aprirti alla vita cristiana che, per quanto strana ma grazie a Gesù Cristo, cambia tutto? 


 
 

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