Un’estate per...chiederti a chi somigli - Salmo 112
Predicatore: Leonardo De Chirico
Se ti paragoni a qualcun altro, a chi pensi di assomigliare? A tua madre, a tuo padre, oppure a una persona fuori dai circoli famigliari con cui condividi tuttavia alcuni tratti del viso, del corpo, del portamento, ecc.? Oggi abbiamo l’occasione di vedere due ritratti di persona davanti a noi e la domanda che ci faremo alla fine è: a chi assomigliamo di più? Il Salmo tratteggia due profili, non tanto del volto e delle caratteristiche fisiche, quanto di ordine spirituale. Sono profili del cuore. Infatti, Dio non guarda tanto all’esteriore, ma guarda al cuore (1 Samuele 16,7) ed è il cuore, più che l’apparenza fisica, che è decisivo per descrivere la nostra persona. Anche oggi, Dio non guarda tanto a quanto bella sei, a quanto in forma sei, a quanto piacente e gradevole è la tua presenza, ma guarda al cuore, ci vede dentro. E vedendoci dentro, ci vede tutti e tutte e interamente. Torniamo al Salmo e alle due persone descritte: una persona è felice e di lei abbiamo tanti dettagli, l’altra persona è persa e di lei abbiamo pochi ma significativi dettagli. Tu a chi assomigli di loro due?
1. Il ritratto della persona felice
Il Salmo si apre come il Salmo 1. Là felice è dichiarata la persona che trova gioia a vivere secondo i comandamenti del Signore (1,2); qui felice è descritta la persona che teme il Signore e che gioisce nel seguire i comandamenti del Signore (v.1). Se dovessimo fare un sondaggio e chiedere: chi è felice? Probabilmente raccoglieremmo risposte del tipo: chi è ricco, chi ha salute, chi fa le cose che gli piacciono, chi ha tanti amici e tutto quello che desidera, chi ha un buon lavoro, ecc. Sono tutte risposte in parte giuste e in parte sbagliate, ma qui il Salmo ce ne dà un’altra che è diversa da tutte le altre. Ci dice che l’indirizzo della felicità sta nel trovare gioia nella relazione col Signore e nel seguire la sua volontà. Non la tua, non la mia, ma la Sua volontà.
Non è felice chi fa quello che vuole, essendo autonomo da tutti e facendo di testa sua. E’ felice chi segue, chi ubbidisce, chi gioisce nel seguire e nell’ubbidire al Signore. Questo è un tratto della felicità del tutto contro-culturale e sovversivo. Se ne era accorto il Signore Gesù quando, nel discorso chiamato delle “beatitudini”, aveva proclamato felici le persone che nella vita sociale del tempo erano invece considerate il ritratto dell’infelicità: i poveri, i mansueti, gli affamati e gli assetati di giustizia, i perseguitati per causa del vangelo (Matteo 5). Loro erano felici, non gli altri. Un messaggio sovversivo anche oggi dove siamo bombardati da mille ricette della felicità di fronte alle quali temere e seguire il Signore appaiono essere forme di schiavitù e di vita brutta. Da un lato, c’è la felicità della moda, dei social, di Barbieland; dall’altro c’è la felicità del Salmo. Siamo felici se il nostro cuore riposa e gioisce in ciò che è giusto e vero. Altrimenti siamo persi.
C’è un altro tratto della persona felice: il Salmo continua dicendo che una persona felice è “produttiva” e generatrice di benessere per sé e per gli altri (vv. 2-3). Felice non è chi consuma la vita e la succhia per sé, ma chi la vive in modo abbondante moltiplicando le cose che Dio gli ha dato perché altri intorno a lui e dopo di lei possano beneficiarne pure. Felice è chi vive bene l’essere in rete con Dio e con il prossimo in modo integro e generoso (v. 9).
Felice è anche chi ha compassione degli altri, ascolta le richieste di chi ha bisogno e pratica la giustizia nelle relazioni “corte” e “lunghe” (vv. 4-6). Felice non è chi vive per sé, ma per Dio e con gli altri, ascoltando la voce di Dio e quella di chi sta accanto. Felice non è chi fugge dal mondo e dalle persone, ma chi lo abita con Dio e nella compagnia che gli viene assegnata, condividendo quello che può e quello che ha. La persona avara è il contrario della felicità. Quando l’apostolo Paolo vuole insegnare alla chiesa la pratica della generosità cristiana, usa proprio questo Salmo (1 Corinzi 9,9) per incoraggiare a dare in modo allegro e generoso: felice ed abbondante. Una chiesa felice è una chiesa che amministra bene e dà generosamente. Siamo una chiesa così?
La vita della persona felice non sarà sempre facile. Ci saranno cattive notizie e passaggi spiacevoli (v.7). La donna felice e l’uomo felice, con l’aiuto di Dio, le affronterà senza essere abbattuta perché il cuore è saldo e forte, come un albero ben piantato che non si spezza quando soffia il vento o viene giù tanta pioggia. Ecco il ritratto della persona felice. Le assomigli?
2. Il ritratto della persona persa
L’altro ritratto del Salmo è uno schizzo ed è di una persona persa. Il Salmo la chiama “empio” (v.10, due volte), malvagio, ostinato, chiuso, duro. Oltre a questo, è anche “nemico” della persona felice (v.8) perché si scaglia contro di lei e le si oppone. E’ una persona brutta che, invece di trovare gioia nel Signore e nella sua legge, si nutre di invidia, di vendetta, di irritazioni, di rivendicazioni, di amarezze. Digrigna i denti, si arrabbia, si irrita, non è mai contenta e cerca di scaricare la sua inquietudine sugli altri. Può essere piena di cose ma è infelice. Può avere tutto senza godere niente.
La persona persa vive male e conclude peggio la vita. Il Salmo 1 dice che sarà dispersa come polvere dal vento (1,4). Qui dice che finirà senza aver combinato granché (v.10). Che tristezza! Che tragedia. Vivere senza Dio non ripaga qui e non ripaga là. Fa imbruttire e disperdere.
3. Il tuo ritratto?
Abbiamo visto il ritratto della persona felice e quello della persona persa. Non sono tanto due individui, ma due tipi di umanità, due tipi di persone. Una, quella felice, che possiamo ricondurre a Gesù Cristo, il beato/felice per eccellenza. La Bibbia lo chiama l’“ultimo Adamo”, l’uomo nuovo (1 Corinzi 15,45). L’altra, quella persa, che possiamo ricondurre a Adamo, il primo uomo.
In fondo, tutte le persone, noi comprese, somigliamo a quella persa, ad Adamo. Noi nasciamo così: empi, malvagi, persi. Certo, c’è chi è più o meno bello, più o meno somigliante a parenti, ma il cuore di tutti è perso, irrisolto, lontano da Dio e destinato alla perdizione. Pensi di essere una brava persona? Attento a non illuderti e a non doverti pentire! Oggi la Parola di Dio ci offre un bagno di realtà. Per natura non siamo felici, ma persi. Tutti, nessuno escluso. Siamo nati così.
Il ritratto della persona felice non è una persona qualunque, ma Gesù stesso. Lui è la persona bella per eccellenza. Lui non aveva bellezza da attirare gli sguardi (Isaia 53,2), ma il Padre ha detto: “Tu mi piaci, sei bellissimo” (Marco 1,11). Non aveva un aspetto tale che, quando passava, la gente si fermava ad ammirarlo, Eppure ha attirato tanti a sé, desiderosi di stare con Lui e attratti dalla sua bellezza. Lui ha trovato gioia nell’eseguire le promesse dell’alleanza stabilita nell’eternità tra Padre, Figlio e Spirito Santo (Salmo 111,9). Lui ha fatto del bene sfamando, guarendo, consolando le persone e ha distribuito il bene per eccellenza: l’accesso al regno di Dio che vale ora e per sempre. Lui non ha tenuto per sé le sue prerogative (Filippesi 2,6-7), ma le ha vissute in modo che i credenti in Lui ne beneficiassero: ha spogliato sé stesso in modo che altri fossero rivestiti della sua giustizia. Si è caricato i nostri peccati e ha donato la sua giustizia. Lui era la persona più felice anche quando soffriva per noi: la gioia che gli veniva dal sapere che avrebbe reso felici noi era sufficiente per fargli sopportare la morte (Ebrei 12,2). Lui era felice perché ha avuto compassione di noi e ha dato sé stesso per i bisognosi.
Gesù, il nuovo Adamo, è la persona felice. A chi somigli tu? Se non sei un discepolo di Gesù, assomigli al ritratto della persona persa. Che ti piaccia o no, questo è quello che sei. La buona notizia oggi è che possiamo ricevere nuovi tratti e diventare persone nuove: persone che somigliano a Gesù, il beato per eccellenza, e vengono trasformati sempre più secondo i suoi tratti. Non voler tornare indietro ad assomigliare alla persona brutta che eri: ammira la bellezza discreta e profonda di Gesù, seguilo con fede e diventerai sempre più simile a Lui: sii felice!