Un’estate per … fare obiezioni al Dio del patto - Salmo 89

 
salmo 89
 

Predicatore: Leonardo De Chirico

È una parola senza la quale non si può capire chi è Dio e come agisce. Questa parola è “alleanza” o “patto”. Due terzi del salmo sono dedicati alla celebrazione di Dio in quanto Dio del patto. Questi versetti (1-37) sono una splendida presentazione della ricchezza dell’alleanza che Dio ha stipulato con Davide e la sua discendenza, quindi per estensione col figlio di Davide: il Signore Gesù Cristo e coloro che, in Cristo, sono accolti nel suo regno. Un terzo del salmo (38-52) è impiegato per avanzare delle obiezioni che si presentano a chi guarda la realtà intorno a sé e vede delle discrepanze, delle incongruenze, delle cose che non tornano rispetto all’alleanza e al Dio del patto. Abbiamo tutti delle domande aperte sulla tenuta del patto divino; abbiamo tutti delle obiezioni che nascono dalla vita credente. Il salmista le mette per iscritto, le verbalizza anche per noi. Forse oggi tu stai avendo gli stessi dubbi che furono del salmista.  

L’alleanza è centrale nella Bibbia, anche se spesso trascurato come tema da noi credenti evangelici. Il salmo contiene una celebrazione del Dio dell’alleanza. Del patto di Dio ci viene detto che è fatto con re Davide (v. 3; vv. 20-28) a cui viene promessa una discendenza eterna e un regno che non finirà mai (v. 4). Il Dio del patto viene lodato per i suoi atti di liberazione nei confronti dell’Egitto che teneva in schiavitù i predecessori di Davide (v. 10). Viene anche celebrata la signoria di Dio su tutto il creato (vv. 11-13) e la splendida realtà della sua persona che è giusta, buona e verace (v. 14).

Il destinatario delle benedizioni del patto non è solo una persona (Davide), ma un popolo intero che conosce Dio e che cammina nelle sue vie (vv. 15-19). Il patto è fatto con un rappresentante di una famiglia numerosa, un “primogenito” di molti fratelli e sorelle (v. 27). I patti di Dio sono stati fatti con dei rappresentanti di molti. L’impegno di Dio è rendere eterna la sua discendenza così come rendere stabile il regno (v. 29). Se qualcuno della famiglia del regno sarà infedele al Signore, lei o lui sarà disciplinato da Dio stesso (vv.30-32). Chi beneficia del patto è chiamato ad essere responsabile, cioè a vivere re-imparando a vivere secondo i doni e le promesse ricevuti dal Dio del patto e in risposta coerente ad essi. Anche in presenza di infedeltà e di peccato da parte nostra, il patto di Dio è incondizionato, cioè Dio non viene meno alla sua grazia e alla sua fedeltà (v. 33). Dio non straccia i suoi impegni anche quando noi siamo infedeli. Rimane stabile la sua presenza, fedele il suo amore, certo il suo favore, sicura la sua salvezza (vv. 35-37).

1. “Eppure”, l’evidenza dice il contrario
A questo punto il salmo cambia tono e, dopo aver celebrato la grandezza l’alleanza di Dio, avanza tre obiezioni che nascono dall’osservazione superficiale della realtà intorno. La prima è introdotta dalla parola “eppure” (v. 38). È come se il salmista voglia dire: sì, tutto quello che ho detto sin qui è vero, però io vedo che i discendenti di Davide, che dovrebbero essere coperti dalle garanzie dell’alleanza, sono invece colpiti dalla tua ira e alla mercé di chi vuole loro male (vv. 38-45). L’evidenza sembra dire il contrario rispetto alle stipulazioni dell’alleanza. È così anche per te oggi? Hai un “eppure” nel tuo cuore che dubita sulla tenuta dell’alleanza e sull’affidabilità del Dio del patto?

2. “Fino a quando?”, l’attesa è difficile
La seconda obiezione è al v. 46: “fino a quando?” durerà questa sospensione o questo sovvertimento. Già quello che vedo è contrario a quanto mi aspetto, ma la situazione sottosopra sta durando molto, troppo a lungo: fino a quando durerà? Va bene un po’ di pazienza, tengo ancora duro, ma quando finisce? Quando torneremo alla “normalità” delle condizioni presentate dall’alleanza? L’attesa è faticosa e si stanno esaurendo le riserve della pazienza. 

3. “Ricordati”, la vita è breve
Infine, c’è una terza obiezione introdotta con l’invito rivolto al Signore: “ricordati” (v. 47) e poi ancora “ricorda” (v. 50). Sì Dio sa tutto e vede tutto, ma sembra aver dimenticato che la vita degli uomini e delle donne è breve, di passaggio e che il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo senza vedere nessun cambiamento, anzi notando solo dei peggioramenti. Dov’è, Signore, la tua bontà (v. 49)? La mia vita sembra su un pendio inclinato e sto arrivando alla fine senza vedere un’inversione di rotta. Signore, ricordati dei tuoi impegni! Non dimenticare le tue promesse! Il tempo sta per finire. 

Quante volte anche noi avanziamo queste obiezioni. Signore, ti ringrazio per tutto, però va tutto male intorno a me. Le tue promesse sembrano essere un contenitore vuoto e la vita è segnata da pesantezza e sconfitte. I nostri culti sono spesso così: a parole ripetiamo i primi 37 versetti che celebrano Dio e il suo patto, ma la vita vera – quella che viviamo fuori da qui – è invece accompagnata dalle obiezioni dei vv. 38-50 che mettono uno schermo di delusione nei confronti di Dio, un velo di cinismo e di amarezza.  

Il salmo non censura le domande e non colpevolizza le obiezioni. Anche in questo caso, come in altri già visti, gli interrogativi e i dubbi entrano a far parte del salmo: non stanno fuori, ma vengono accolti dentro. Se hai domande oggi, non reprimerle, ma esponile al Signore. Se hai interrogativi, non serve nasconderli, ma occorre verbalizzarli rimanendo pronti a stare davanti al Signore in attesa e con fiducia.  

Ci sono due strategie che rendono le domande legittime nella vita della fede e che permettono di avere obiezioni senza cadere nella trappola della vita doppia e ipocrita: sono l’inizio e la fine del salmo. L’inizio e la fine sono come un sandwich che tiene insieme il tutto dentro una vita che, per quanto provata e attraversata da dubbi, rimane integra davanti a Dio.

All’inizio c’è un impegno solenne: “io canterò per sempre la bontà del Signore” (v.1). Non solo la riconoscerò controvoglia, ma la canterò col cuore. Dio è buono, Dio è fedele, Dio è saggio, Dio è giusto, Dio è onnisciente, Dio è il mio creatore e, in Gesù Cristo, il mio Salvatore. Dio Spirito Santo è il mio consolatore. Questo lo voglio non solo bisbigliare e tenere per me, ma cantare pubblicamente e non per un’ora soltanto, ma per sempre. L’impegno a lodare il Dio dell’alleanza e a celebrarlo per averla stipulata con Davide ed assicurata con il figlio di Davide, Gesù Cristo, è una protezione per non permettere agli interrogativi di scavare dei solchi nei nostri cuori che creano vite doppie e spente. Oggi qui al culto di adorazione all’Iddio uno e trino, sei al posto giusto e al momento giusto. Insieme lodiamo per sempre la bontà del Dio dell’alleanza e ci apriamo ad essere impattati dalla sua Parola che insegna, riprende, corregge ed educa alla giustizia affinché la donna e l’uomo di Dio siano maturi, appieno formati per ogni opera buona.

Alla fine del salmo c’è l’impegno conclusivo. “Benedetto sia il Signore per sempre. Amen! Amen!” (v. 52). Dopo aver esposto le obiezioni, il salmista non rimane in sospeso, avvitato sulle domande e macerato nei suoi dubbi. Riprende la vita all’insegna di come aveva iniziato il salmo. Io benedirò, esalterò, celebrerò il Dio dell’alleanza per sempre. In questo caso le risposte non sono venute in modo immediato. I problemi non sono stati risolti subito. L’intervento di Dio non ha capovolto le situazioni ora.

Alla presenza di Dio si può vivere senza basarci sul nostro discernimento soltanto. Quello che vediamo noi è una piccola finestra sull’universo: non basiamoci sulle nostre evidenze, ma apriamoci alla volontà di Dio. Quello che capiamo noi delle vie di Dio è una piccola goccia in un mare d’acqua. Fidiamoci dei suoi tempi. Quello che viviamo noi è un piccolo tratto di una lunga storia tenuta insieme dal Dio dell’alleanza. Rimaniamo fiduciosi in Lui.

Dunque: celebra il Signore, cibati della sua alleanza, fai le domande e torna a celebrare il Signore. Questo è il ritmo virtuoso. Così facendo la vita potrà essere sincera e non schiacciata; onesta e non cinica; provata, ma sempre protesa in avanti.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.