Art(e)vangelo: L'opacità dei sensi artistici - Marco 4,10-13
Predicatore: Leonardo De Chirico
Inizio con una battuta: l’arte ha i suoi problemi, ma anche noi non stiamo tanto bene. Cosa voglio dire? L’arte è un dono meraviglioso di Dio che Dio stesso ha usato per creare il mondo. Il suo capolavoro siamo noi che portiamo la sua immagine. A noi ha dato il mandato di apprezzare l’arte, crearla e condividerla. Questo dono è stato impattato negativamente dal peccato. Anche l’arte è diventata un campo di battaglia. L’arte può generare idoli e può rovinare la vita. Se anche l’arte ha i suoi problemi, noi siamo parte del problema in quanto i nostri sensi artistici sono non solo limitati, ma deviati.
In questo passaggio, Gesù ha raccontato una parabola, che è una storia con un significato spirituale. Si tratta della celebre parabola del seminatore che semina in terreni diversi: la strada, il suolo roccioso, le spine e la buona terra. La parabola è a suo modo un’opera d’arte: un pezzo di letteratura, un genere letterario a sé. La domanda è: come viene capita da chi ascolta? Quali reazioni suscita? A quali azioni porta? Gesù vuole parlare della nostra capacità o incapacità di capire, pur vedendo; di apprezzare, pur ascoltando; di agire in modo giusto, pur essendo sollecitati a farlo. In realtà, qui Gesù non dice niente di nuovo. Cita il profeta Isaia 6,9-10 che ottocento anni prima aveva detto le stesse cose. Il problema è allora dentro di noi, in ognuno di noi. Vediamo come Gesù analizza la condizione del nostro cuore malato.
1. Non vediamo ciò che guardiamo
“Vedono, ma non capiscono” (v.12). Il problema dell’incomprensione non è visivo. Non è legato alla percezione. Si possono guardare le cose, senza vederle. I nostri sensi le percepiscono, ma il cuore le ignora. Si può vedere un’opera d’arte e rimanere passivi. Si può visitare un museo ed uscirne annoiati. Si può sfogliare un catalogo e non capirci niente. L’arte non è “evidente” perché non si vede solo con gli occhi, bisogna guardare col cuore. Non basta guardare qui (gli occhi), bisogna vedere qui (il cuore). Questo è il nostro problema.
Ampliamo lo sguardo ancora di più, oltre le opere d’arte umane. Pensiamo a quanto dice il Salmo 19: “I cieli raccontano la gloria di Dio” (v.1). Ecco l’opera d’arte di Dio. Tutti i giorni noi li guardiamo, ma quante volte ci fermiamo per dare gloria a Dio? Miliardi di persone guardano la prima e splendida opera d’arte: i cieli, ma non li “vedono”. Li guardano ma non li vedono. C’è di più: per la Bibbia, le qualità di Dio, la potenza di Dio, la sua divinità sono “chiaramente visibili” (Romani 1,20), ma chi ringrazia Dio e gli dà gloria? Sono visibili, ma chi le vede? Quello che Dio ha rivelato nella creazione è visibile sempre, H24, a qualsiasi latitudine e longitudine, in qualsiasi momento storico. Il problema è che i nostri sensi sono compressi, offuscati, obnubilati: guardano la bellezza creata da Dio, ma non la vedono. Possono anche studiare approfonditamente la creazione di Dio (l’astronomia, la geografia, la fisica, la biologia, ecc.) ma mancare il bersaglio e non vedere la gloria di Dio che ha creato ogni cosa artisticamente e mantiene ogni cosa artisticamente. Siamo costantemente esposti all’arte di Dio, ma il nostro cuore è indifferente, anzi ostile, e non vede. Vediamo tutti (chi più chi meno) ma, spiritualmente parlando, siamo “ciechi, guide di ciechi” (Matteo 15,14). Dio ha creato il mondo con arte, ma noi lo guardiamo e non lo vediamo.
2. Non capiamo ciò che sentiamo
Non basta. Non abbiamo solo un problema con la vista, ma anche con l’udito. Riprendendo il profeta Isaia, Gesù dice anche: “ascoltano, ma non comprendono” (v.12). Possiamo udire il suono della Nona Sinfonia di Beethoven e non ascoltare il grido di gioia che emana. Possiamo udire il pianto di un bambino, ma essere insensibili a quello che ci sta dicendo.
Anche qui, il problema è ancora più profondo e non riguarda solo la difficoltà ad apprezzare la musica o la parola d’arte umana. Infatti, possiamo sentire la parola di Dio e non prestare attenzione. Gli antichi israeliti avevano udito la parola di Dio ma non l’avevano fatta loro (Ebrei 3,7-19). Si erano induriti, avevano disubbidito. Isaia dice al popolo: “ascoltate ma senza capire; guardate ma senza vedere” (Isaia 6,9-10). Puoi avere l’udito perfetto, ma vivere come se fossi immerso nell’acqua dove non sentiamo niente. Per questo la Bibbia esorta tutti oggi ad ascoltare la Parola di Dio, non solo con le orecchie, non solo i suoni delle parole, ma con il cuore e con l’ubbidienza della vita (Ebrei,3,7-8). Oggi, adesso, se ascolti Dio che sta parlando, non limitarti a fare un esercizio fonetico, ma apri le orecchie del cuore per ascoltare veramente.
3. Non crediamo a Chi può perdonarci
I nostri sensi artistici (vista, udito) oltreché limitati possono essere devianti. I nostri sensi artistici spirituali sono proprio chiusi, spenti. Il problema dell'arte non è solo che può essere idolatrica (come il divieto delle immagini per il culto di Esodo 20 e la storia del vitello d'oro di Esodo 32 dimostrano). Il peccato ha anche intaccato i nostri sensi artistici, il modo in cui percepiamo e comprendiamo l'arte. Noi in quanto interpreti d'arte siamo come obnubilati e quindi poco affidabili. Ancor di più insensati siamo di fronte all’Artista divino e all’arte della creazione e della provvidenza.
Infatti, uno può vivere (anche se male) non apprezzando l’arte che vede e l’arte che sente. Eppure senza “vedere” la gloria di Dio e “sentire” la parola di Dio non siamo vivi, ma morti spiritualmente. Non vedendo la gloria di Dio e non ascoltando la parola di Dio non cambiamo vita e i nostri peccati non sono perdonati. Gesù dice: “guardano e non vedono, sentono e non ascoltano, affinché non si convertano e i peccati non siano loro perdonati” (v.12). Questo è il nostro problema più grosso: essere ciechi e sordi a Dio; vivere male la vita non apprezzando l’arte ed essere morti spiritualmente non credendo in Dio per il perdono dei nostri peccati.
Cosa possiamo fare per cambiare la nostra situazione? Possiamo fare qualcosa per sviluppare la nostra attenzione per l’arte: possiamo imparare a guardare un’opera d’arte e imparare ad ascoltare un’opera d’arte. Questo lo possiamo fare e lo dobbiamo fare per non vivere in modo piatto e incolore, soprattutto in una città d’arte come Roma. Possiamo provare ad educare i nostri sensi artistici per non vivere in modo superficiale.
Tuttavia, per vedere la gloria di Dio (il creato come opera d’arte divina) e ascoltare la Parola di Dio (il suono della voce divina che ci cambia), c’è bisogno di un “miracolo”. Siccome il problema non sono i sensi soltanto, ma è il cuore indurito, abbiamo bisogno di un nuovo cuore donatoci da Dio. Come dice Gesù, c’è bisogno di una conversione: di un pentimento per il nostro peccato e di un riorientamento della vita a Cristo. In altre parole, abbiamo bisogno della "mente di Cristo" (1 Corinzi 2,15), di occhi rinnovati, orecchi rigenerati, cuori di carne per vedere, ascoltare e vivere di nuovo.
Dio vuole che apprezziamo l’arte umana, ma questo, per quanto sia utile, non ci salverà. Dio vuole che apprezziamo la sua arte, l’arte divina, l’arte della creazione e l’arte della nuova creazione. Quando i nostri occhi spirituali sono aperti, quando i nostri orecchi spirituali sono aperti, quando il nostro cuore è rigenerato, ecco allora che c’è vita e vita in abbondanza. Vuoi continuare a vivere in modo spento e distratto? Oggi, se ascolti la parola di Dio, non indurire il tuo cuore: credi in Gesù, sii convertito e scopri il mondo di Dio a colori, coi sapori, con gli odori, con la presenza di Dio che tutto ha fatto e che in Cristo tutto ha rinnovato.