L'arrivo improvviso del Regno - Luca 17,20-37
Predicatore: Nazario Manduzio
Nel contesto in cui viviamo qui in Italia, è difficile pensare alla venuta di un regno. Specialmente se parliamo di un regno eterno, ogni regno nella storia ha avuto un inizio ed una fine. Mi viene da pensare al regno unito, 3 generazioni forse più, hanno visto il regno di Elisabetta, durato 70 anni. Sui social giravano dei meme su Carlo che ironizzavano sul futuro Re, quando arriverà il regno di Carlo? Mai! Eppure, anche il regno di Elisabetta, il più longevo della storia è arrivato ad una fine, e due settimane fa, abbiamo assistito all’ incoronazione di Re Carlo. Il regno di Carlo è arrivato all’ improvviso, ma in realtà era in programma ormai da anni. Ed ecco che alla sua incoronazione: Tutti gli sguardi erano puntati lì, i personaggi più illustri, quelli “che contano”, le forze armate che sfilano per il re e migliaia di persone pronte ad assistere. In milioni da tutto il mondo hanno seguito l’evento. Seppur ai nostri occhi non sembra così, il testo che abbiamo appena letto, al verso 21 ci dice che il regno di Dio, arriverà all’improvviso, anzi Cristo stesso, ci dice: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi, ecco il regno di Dio è in mezzo a voi”.
Il nostro primo punto:
1. Il regno è già qui: come lo vivi?
In effetti nell’immaginario comune sia al tempo di Gesù che ai giorni d’oggi, quando si parla di un regno, si pensa ad un luogo geografico ben preciso. Quando un nuovo regnante sale al trono, si assiste ad un evento ineguagliabile, dove lo sfarzo, la tradizione e l’esaltazione del monarca ne fanno da padrone. Probabilmente era così che i farisei aspettavano l’avvento del regno: con la liberazione dall’Impero Romano e l’ascesa di un nuovo Re in splendenti vesti (come abbiamo visto Re Carlo, forse un po' più giovane). Gesù era di tutt’altro aspetto, ai loro occhi era solo un falegname, un pescatore vestito di stracci che per giunta gli dice: “siete fuori strada!”
No! Il regno di Dio non è venuto in quel modo, niente sfarzi, niente lusso. Il regno era davanti a loro, il Messia era lì ad annunciarlo a compierlo, solo non lo hanno riconosciuto, lo hanno respinto. Ed è proprio così che il regno di Dio è stato inaugurato. Il Figlio di Dio venne per annunciare il perdono dei peccati, vivere una vita perfetta e venne per prendere su di sé l’ira del Padre. Infatti, non fu trasportato su un carro in splendide vesti, fu invece condotto sul Golgota, dove le sue vesti vennero tirate a sorte. Cristo Gesù non indossò una splendida corona fatta con gioielli e pietre preziose, ma indossò una corona fatta di Spine. Lui l’unico giusto sulla faccia della terra; morì su quella croce al posto mio ed al posto tuo per pagare il prezzo del mio e del tuo peccato. Il Re dei re venne ad inaugurare il regno soffrendo, per onorare il Padre che lo ha mandato. I farisei non lo hanno riconosciuto. Tu lo riconosci? Lo riconosci come il re della tua vita?
Se ci guardiamo intorno nella nostra città, non sembra che il regno di Dio sia già qui, ma il regno non viene in modo da attirare gli sguardi, il regno dell’eterno, attira i cuori. L’opera redentiva di Cristo è ciò che costituisce la venuta del regno! Forse a scuola, sull’ autobus, nella metro, a lavoro a casa e guardando alle notizie di guerra nei giornali non sembra che Cristo Regni; Anzi è difficile anche solo pensare a questa verità, ma sappi che come diceva Kuyper: non c’è cm quadrato sulla faccia della terra, dove Cristo non sia sovrano. Siamo sempre dinnanzi a lui.
Da poco, sono in un nuovo contesto lavorativo in una multinazionale, faccio l’operaio. La prima cosa che mi è stata detta da alcuni colleghi è, “lavori come se avessi il titolare davanti a te, non ti affaticare troppo perché tanto non importa a nessuno, noi qui sgobbiamo e gli altri fanno come gli pare”. Forse i miei colleghi hanno ragione sul fatto che altri lavorino meno, e la scelta più semplice sarebbe adattarmi. Ma ciò che la parola ci dice, è che anche nei nostri posti di lavoro, anche a scuola o là fuori in città siamo alla presenza del Re Gesù Cristo. Per questo qualunque sia la tua vocazione anche se non ripaga nell’immediato, sappi che: Il nostro primo datore di lavoro, il nostro primo insegnante, è il nostro Signore, colui che onora chi lo onora. Quello che lui ci chiama a fare è vivere ogni aspetto della nostra vita, ogni mansione e vocazione all’insegna del regno oggi, per la sua gloria. Non scoraggiarti se la società intorno a te non vive all’ insegna del regno, ma vivi le tue relazioni, il tuo tempo e la tua vocazione alla gloria di Dio. Niente di ciò che stai facendo per lui andrà perso.
Come chiesa siamo chiamati a vivere all’insegna del regno nella città di Roma: per niente intimiditi dalla cultura che ci circonda. Cristo ha dato la sua vita per il regno, ha dato la sua vita per noi e ci chiama a fare lo stesso in modo sacerdotale pregando per la nostra città, in modo regale nel prendercene cura, e in modo profetico nell’annuncio del vangelo. Siamo arrivati al secondo ed ultimo punto:
2 IL regno arriverà: quali scelte fai?
A differenza dei regni a cui siamo abituati, il Regno di Dio non ha un inizio ed una fine, è eterno ed è stato inaugurato sulla croce, ma arriverà pienamente con la seconda venuta di Cristo:
“perché come il lampo che balenando risplende da un estremità all’ altra del cielo, così sarà il figlio dell’uomo nel suo giorno” Ma prima bisogna che egli soffra molte cose, e sia respinto da questa generazione” Luca 17 v24-25.
Nella cultura in cui viviamo, c’è un desiderio diffuso che la nostra vita scorra liscia, vissuta secondo i nostri schemi. Il livello delle conversazioni a lavoro deve essere leggero. Ci viene detto che avere una vita Spirituale va bene, ma se vissuta in modo privato. Come chiesa ed individualmente, abbiamo una responsabilità profetica nell’annunciare il regno. E quando arriviamo a questo punto, almeno per quello che mi riguarda l’influenza della cultura si sente, dobbiamo guardarcene.
Nel prepararmi per questo sermone non ho avuto poche difficoltà, specialmente perché quando parliamo della seconda venuta di Cristo e l’adempimento del regno, non possiamo omettere il “giudizio divino”. Nel predicare il vangelo, dobbiamo ricordarci, come dice L’apostolo Paolo nella lettera a Timoteo 3:16:
“Ogni scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia”
Proprio per questo motivo non possiamo aspettarci che la Scrittura assecondi le sensibilità e i preconcetti del nostro tempo o della nostra cultura. La scrittura è la sola verità, l’unica parola di Dio. Se il testo che abbiamo letto ti sembra duro, è proprio perché ha lo scopo di insegnarti, riprenderti, correggerti ed educarti alla giustizia in vista del Regno! Non possiamo parlare di grazia, senza parlare del Giudizio. Dio è un giusto giudice, che nel suo amore decide di far grazia, ma senza l’uno non può esserci l’altro.
Considerando ciò, Che scelte fai? Il regno di Dio arriverà, Vivi come se, il suo regno non ti riguardi? come se il giudizio di Dio non dovesse mai arrivare per te? Attento. Dal verso 26 a 29 abbiamo letto:
“Come avvenne ai giorni di Noè, così pure avverrà ai giorni del Figlio dell’uomo. Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, si andava a marito fino al giorno che Noè entro nell’ arca, e venne il diluvio che li fece perire tutti”… similmente avvenne ai giorni di Lot, si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si costruiva, ma nel giorno che Lot usci da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti.”
Le persone mangiavano, bevevano, costruivano e prendevano moglie o marito, insomma erano impegnate nei loro progetti e nelle loro faccende quotidiane. Se ci pensiamo nulla di apparentemente malvagio, eppure all’improvviso, il giudizio di Dio è arrivato su di loro.
Lo stesso accadrà al ritorno di Cristo, il suo giudizio non verrà perché alcuni sono più peccatori di altri, ma perché il peccato più grande è vivere una vita incentrata su te stesso. Noè e Lot non hanno fatto nulla di speciale per scampare al giudizio, non c’è descrizione di alcun’opera di grande giustizia, entrambi erano peccatori. Ma per grazia di Dio: Peccatori scampati al giudizio, ché hanno ascoltato e messo in pratica la sua parola. Il punto che il testo sottolinea è proprio questo, chi non ha Cristo vive questa vita come se non dovesse mai finire.
Vivi anche tu in questo modo? Le scelte che fai sono per un tuo tornaconto personale? Forse pensi che tutto sommato basta essere una brava persona. Non è così. Non ci sono opere buone che ti salveranno, ma solo l’opera di Cristo. Prendi esempio da Noè e Lot affidati alla grazia di Cristo, pentiti e affida la tua vita a lui. Nel vangelo di Giovanni 14 v6: Gesù disse: “Io sono La via, la verità e la vita, nessuno viene al padre se non per mezzo di me.”
Forse hai ascoltato altri messaggi: Ci sono molti regni “Fac-simile” del regno di Dio, falsi che portano fuori strada. Fuori da quella porta c’è uno stato, che ancora oggi influenza la cultura italiana con un falso vangelo, un vangelo inclusivo “fai buone opere e sarai salvato”. Non mangiare questo e non prender moglie o marito se vuoi servire Dio in modo particolare. Nel regno di Dio, quello vero, il mangiare e il bere sono un suo dono, prendere moglie o marito una sua benedizione, servire Cristo una chiamata ad ogni individuo. “Sia che mangiate, sia che beviate fate tutto, sia che facciate qualunque altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio. 1 corinzi 10:31” Nei giorni scorsi abbiamo visto l’alluvione che ha colpito il nord Italia. Una tragedia che ha mostrato quanto siano fragili, le nostre vite. Quanto in un secondo tutto quello per cui abbiamo vissuto può essere spazzato via. Attività lavorative, i nostri beni e i nostri cari. Chi dona la sua vita a Cristo la guadagna, chi la vorrà tenere per sé l’ha già persa.
Se viviamo solo per questa vita, al ritorno di Cristo tutto quello che abbiamo andrà perso, ma se doni la tua vita a lui, tutto sarà un guadagno. Fai scelte che lo onorano. Pentititi e affida la tua vita a Lui, allora sarai libero e la sua giustizia ti rivestirà. Come chiesa, facciamo scelte che onorano il nostro Signore Gesù Cristo, perché il rischio è quello di diventare regni facsimile che non conoscono il Signore. Mettiamo Cristo al centro perché in lui ogni cosa sussiste, con lui il regno è iniziato e in lui verrà compiuto.