All'ascolto della sapienza - La sapienza invita - Proverbi 9
Predicatore: Clay Kannard
Ho una certa fame! Se mi conosci anche solo un po', questo non ti sorprenderà. Se sei un buongustaio come me, Roma, gloria a Dio, è una città piena di infinite possibilità di mangiare! Ma non tutti i ristoranti e i piatti a Roma sono uguali. Ci sono tantissime trappole per turisti. Ci sono innumerevoli camerieri fuori dai ristoranti che sorridono e ci chiamano: "Vieni, siediti al nostro tavolo!" Alcuni posti potrebbero lasciarti deluso o, peggio, pentito della tua scelta. Ora immagina questo: Hai due inviti a cena a Roma. Uno è un banchetto sontuoso, dove ogni boccone ti riempie di vita, gioia e soddisfazione. L'altro? Un pasto untuoso e frettoloso, economico e facile, ma che ti lascia un senso di vuoto e il desiderio di aver fatto una scelta diversa. In Proverbi 9 incontriamo due inviti di questo tipo. Uno porta alla vita, alla gioia e alla soddisfazione; l'altro ci lascia vuoti e rimpianti. Entrambi ci chiamano: quale tavola sceglierai? Il banchetto di vita o il fast-food della follia? Quando ascoltiamo i loro inviti, dobbiamo chiederci: Che tipo di pasto stiamo scegliendo? A quale tavolo ci siederemo? E quando consideriamo non solo il sapore del pasto da consumare, ma anche il suo costo, ce ne andremo soddisfatti o pentiti?
1. Mangia al banchetto della vita (1-6)
Il primo invito in Proverbi 9 proviene dalla casa della Signora Sapienza, una casa che ha costruito con le sue mani, completa di sette pilastri. Non si tratta di una casa comune: è un luogo solido e sicuro, che offre sicurezza e stabilità a tutti coloro che vi entrano (v. 1). La Signora Sapienza ha lavorato sodo, preparando un banchetto per coloro che non sono meritevoli, ma che sono stati invitati dalla sua grazia. Ha macellato i suoi animali, ha preparato il suo vino e ha apparecchiato la sua tavola con cura (v. 2). Il versetto 3 ci presenta i suoi messaggeri: ancelle, giovani e pure, che vanno a portare il suo invito al banchetto. Il loro messaggio è chiaro: il banchetto è per i semplici, per coloro che riconoscono la loro mancanza di saggezza e il loro bisogno di ciò che la Signora Sapienza ha da offrire. Nel versetto 5, vediamo il suo menu: il pane e il vino della vita, preparati con amore dalle sue stesse mani. È un banchetto ricco di nutrimento e di vita. Ma c'è una condizione per partecipare a questo banchetto (v. 6): devi lasciarti alle spalle la tua semplicità, la tua stoltezza ed entrare nella casa della Sapienza. L'invito è aperto, ma la scelta è tua: vuoi entrare nella casa della Sapienza e mangiare al banchetto della vita?
Fratelli e sorelle, Paolo ci ricorda in 1 Corinzi 1:24 che Gesù Cristo è la potenza di Dio e la saggezza di Dio. In quanto incarnazione della Sapienza, questo invito al banchetto della vita esce dalla sua bocca. Attraverso di lui è stata fatta tutta la creazione ed egli ha costruito e sta costruendo la sua casa, il suo regno. La sua chiesa è la casa della Sapienza, un luogo di rifugio e di riposo dove il suo popolo trova protezione e nutrimento. Gesù manda i suoi messaggeri, il suo stesso popolo, reso puro e santo dal suo sangue, ad annunciare l’evangelo alla chiesa, in modo che tutta la chiesa possa andare a proclamarlo per le strade. Essi chiamano gli altri a venire, vedere e mangiare da colui che soddisfa la fame più profonda.
Il suo menù è la Parola di Dio, le parole di vita proclamate dalle Scritture. Il suo menù è il pane e il vino della sua Cena, attraverso i quali lo Spirito Santo ci nutre e ci rafforza. Nella Cena non consumiamo fisicamente Cristo, ma per fede lo Spirito Santo ci nutre e ci rafforza, ricordandoci il suo sacrificio e nutrendo le nostre anime con le promesse dell’evangelo. Mangiare a questo banchetto significa banchettare con Cristo spiritualmente, il Pane della Vita, che è la Sapienza incarnata. Il pasto della sua Parola non ci sostiene solo per questa vita, dandoci la conoscenza di Dio e la comprensione di come fare scelte sagge in questa vita, il suo pasto ci prepara per la vita attuale e per quella a venire. È un pasto che ci insegna che la vera gioia e la pace si trovano nella conoscenza di colui che detiene tutta la conoscenza e sapienza, e nell'obbedienza alla sua volontà, che va oltre la nostra semplice conoscenza e il nostro ragionamento.
Amici, sentite l’invito della Sapienza? Senti Cristo che ti invita ad abbandonare la stoltezza e a seguire la via della sua comprensione? Ti sta dicendo: "Vieni, mangia al banchetto della vita". Vuoi sederti alla tavola della Sapienza? In Matteo 5,6 dice: "Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati." Verrai a banchettare al banchetto della vita o continuerai a vagare, affamato e insoddisfatto? La Sapienza ti invita alla tavola di Cristo, dove la vita, la gioia e la pace sono tue in Gesú. Ecco il primo invito. Ma c'è un'altra voce che chiama, con un invito molto diverso.
2. Evita il fast-food della follia (13-18)
Gli ultimi sei versi di questo Proverbio ci presentano un altro invito, questa volta da parte della Signora Follia. La saggezza ci invita a evitare il fast-food della follia. Perché? Perché a differenza della Signora Sapienza, che invia i suoi messaggeri con un messaggio preparato con cura, la Signora Follia rende il suo invito forte, rumoroso, odioso e impossibile da ignorare. Si arrampica sui luoghi più alti della città, non per portare chiarezza, ma per distrarre e attirare il maggior numero possibile di persone con il suo appello superficiale (v. 14). Mentre la Sapienza prepara meticolosamente il suo banchetto, offrendo un pasto che nutre e soddisfa, la Follia non fa nulla di simile. Non sa nulla, non fa nulla e non offre nulla di concreto: solo acqua rubata e pane proibito, il fast-food del piacere fugace (v. 17). Non si tratta di pane fatto in casa e vino naturale, ma è comunque dolce e piacevole. L'invito della Follia, come quello della Sapienza, è rivolto ai semplici e agli insensati, ma le condizioni per accettarlo non potrebbero essere più diverse. Laddove la Sapienza ci invita ad abbandonare la stoltezza e a perseguire una saggezza vivificante, la Signora Follia ci promette una gratificazione facile e veloce senza considerare il costo. Quindi, l'invito è aperto, ma la scelta è tua: entrerai nella casa della Signora Follia e mangerai il suo fast-food?
Fratelli e sorelle, se la Sapienza è la voce di Cristo e della Parola di Dio che ci invita a mangiare al banchetto della vita, la voce della follia è la voce della tentazione, che contrasta l'invito di Cristo. Come i camerieri romani di una trappola per turisti che prende di mira gli ingenui, la voce di follia è un invito mirato, che cerca di sfruttare e distruggere coloro che cercano di percorrere la strada giusta. La voce della follia è stolta, non riesce a vedere le cose dalla prospettiva di Dio, ignora le conseguenze del peccato, soffoca la voce del consiglio e della ragione e non sta mai zitta. L'invito della follia è quello di rimanere semplici, ignoranti e poco saggi, senza offrire alcun consiglio o ragionamento che non sia il piacere fugace del momento.
L’invito della follia è l’invito della tentazione di peccare. Come l’invito della Signora Follia si sente in tutta la città, anche la tentazione arriva da dentro e fuori di noi. È la voce del diavolo e della nostra stessa carne, che ci attira nella casa dell'infedeltà. Questa casa è il luogo in cui si può commettere il peccato e consumare il suo fast-food in segreto: la solitudine della tua casa o del tuo ufficio, dove nessuno vede cosa stai guardando in TV, su internet o sul tuo telefono. La sua casa sono i luoghi nascosti dove la tentazione sussurra, offrendoti un piacere rubato, facile e veloce, ma alla fine insoddisfacente.
La follia dice:
"Fatti un regalo o concediti qualcosa", quando siamo tentati di indulgere nel materialismo o di spendere troppo, trascurando l'amministrazione delle risorse di Dio.
"Lo fanno tutti gli altri", quando ci troviamo di fronte alla pressione dei coetanei che ci spingono a compromettere le nostre convinzioni nelle relazioni, nel lavoro o nelle scelte di intrattenimento.
L’invito della follia è anche la voce dei nostri desideri peccaminosi, che ci sussurra:
"Non stai facendo del male a nessuno", mentre clicchiamo su un sito web inappropriato, consumiamo media che sappiamo essere dannosi o coviamo peccati segreti che pensiamo siano nascosti.
"Ti sentirai meglio", quando ci sfoghiamo con rabbia, cerchiamo vendetta o anestetizziamo il nostro dolore con abitudini malsane come mangiare troppo, bere troppo o cercare conferme dagli altri.
L’invito della follia ci porta anche a confidare nella nostra comprensione e ad affidarci alle nostre emozioni e ai nostri ragionamenti quando prendiamo decisioni importanti per la nostra vita:
"Non ho bisogno di pregare per questo", quando decidi dove studiare, lavorare o vivere.
"Mi sembra giusto", quando scegliamo un coniuge o facciamo da genitori ai nostri figli, senza cercare la saggezza di Dio attraverso le Scritture e la preghiera.
Senti l'invito della follia a mangiare il suo fast-food? È allettante. Lei chiama i semplici e a coloro che cercano la comprensione dice: "Non preoccuparti di cercare la sapienza. Non pensare alle conseguenze. Concentrati sul momento. Cerca la soddisfazione immediata. Certo, è un fast-food. Certo, è solo acqua e pane - non il vino o la carne della Sapienza - ma è dolcissimo e piacevole." Eppure il conto da pagare è salato! Quindi, la Sapienza ci invita a evitare il fast-food della follia perché, chi mangia il suo pasto, non sa che la sua casa porta alla morte (v 18).
3. Considera il conto da pagare (7-12)
Due pasti. Due inviti. Le scelte sono chiare, ma ora dobbiamo considerare il conto da pagare. Proverbi 9 ci ricorda che la Saggezza e la Follia ci invitano ciascuna alla propria tavola e ogni persona deve decidere dove sedersi. Un banchetto porta alla crescita, l'altro alla morte. La parte centrale di Proverbi 9 (versetti 7-12) richiama la nostra attenzione sul costo di queste scelte. Il pasto della Sapienza comporta la correzione, del rimprovero e dell'abbandono dei nostri ragionamenti a favore della verità di Dio trovato nella sua Parola. Non è sempre facile prendere un boccone; a volte è come i piselli o i broccoli che tua madre ti mette nel piatto. Ma sono proprio questi gli ingredienti che portano vita, forza e crescita. Come dice nel verso 10, “Il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l’intelligenza." Vorresti crescere nella sapienza? La crescita inizia quando ci sottomettiamo umilmente alla parola di Dio, alla disciplina di Dio, e accettiamo la Sua correzione per la nostra vita, e la sua guida per la nostra vita.
Al contrario, la festa della follia non porta crescita, ma ha un costo devastante: stagnazione spirituale, schiavitù al peccato e, infine, morte. Proverbi avverte che abbracciare la follia conduce a rimpianti, scelte insensate e separazione eterna da Dio. Il fast-food della follia può sembrare dolce, ma il conto è salato: giudizio e morte. Come dice il versetto 12: "Se sei saggio, sei saggio per te stesso; se sei beffardo, tu solo ne porterai la pena.”
Ma ecco la verità: tutti noi abbiamo mangiato dal menu e alla tavola della follia! Abbiamo assecondato il suo peccato, accettato il suo invito e cenato con lei, mangiando il suo pane rubato. E ora ci troviamo di fronte a un debito che non possiamo pagare. Nessuna quantità di buone opere, nessuno sforzo di auto-pulizia può saldare il costo del nostro peccato (Rm 6,23). Abbiamo bisogno di un Salvatore! La buona notizia è che Gesù Cristo è quel Salvatore. Solo Lui ha preso il nostro piatto sporco e ha ingoiato il veleno del peccato e della morte che esso porta con sé. Ha vissuto una vita di obbedienza perfetta, senza mai accettare l’invito della Signora Follia. Ha sempre banchettato con la Sapienza perché è la Sapienza eterna, la seconda persona della Trinità, che esiste in comunione amorevole ed eterna con il Padre e lo Spirito. Nell'incarnazione ha assunto corpo umano e sulla croce Gesù ha pagato il conto finale per il nostro peccato, morendo al nostro posto come sacrificio perfetto e puro. Attraverso la Sua resurrezione, ci ha portato la vita, salvandoci dai morti nella casa della Follia. Ora, Cristo ci chiama al suo banchetto. Attraverso l'opera dello Spirito, ci libera dalla tavola della follia e ci fa sedere al banchetto della Sapienza. Alla Sua tavola, ci dà il Suo piatto perfettamente pulito, pieno delle ricche e soddisfacenti benedizioni della Sua grazia (Ef 1,3). Il costo di questo pasto? È l'umiltà. È il pentimento e la completa resa al fatto che non potrai mai pagare il costo di questo pasto meraviglioso. E la ricompensa è la vita eterna, la gioia e la pace con Dio.
Fratelli e sorelle, riposare alla tavola della Sapienza significa accettare la correzione e il rimprovero. La crescita nella santità e obbedienza alla volontà di Dio richiede di abbandonare la nostra comprensione e di sottometterci alla verità di Dio, anche quando sembra scomoda. Come ci ricorda verso 8: "Non riprendere il beffardo, per evitare che ti odi; riprendi il saggio e ti amerà." La riprensione e la correzione di Dio non sono per la nostra fine. È una guida amorevole che ci modella a immagine di Cristo.
In conclusione
Abbiamo visto il menu della follia e della sapienza in questi primi capitoli dei Proverbi. Il menu della follia offre infedeltà, incredulità, disonestà e orgoglio, mentre quello della Sapienza è modellato su Cristo: fedeltà, fiducia in Dio, verità e amore. Anche se abbiamo banchettato alla tavola della follia, Cristo ci invita ancora al banchetto della Sapienza, dove troviamo grazia, restaurazione e vita eterna. Il banchetto di Cristo offre soddisfazione, pace e forza. La Parola di Dio ci cresce, ci trasforma, insegnandoci a rifiutare il fast-food del peccato e ad apprezzare ciò che nutre davvero l'anima perché lo Spirito Santo ripristina il nostro gusto ed eleva il nostro palato. Anche la disciplina di Dio, una volta amara, diventa dolce, perché vediamo che è per il nostro bene e la sua gloria.
Proverbi 9 ci sfida: ci stiamo riempiendo dei piaceri fugaci della follia o della verità nutriente della Parola di Dio? Come dice Isaia 55,1: “Venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!" Quindi, considerate il conto da pagare: Cristo l’ha già saldato per voi. Oggi vi invita alla sua tavola. Verrete a mangiare? Come dice il Salmo 34,8: "Gustate e vedete che il Signore è buono." Preghiamo.
Signore, Dio della Sapienza, ti ringraziamo per il tuo invito al banchetto della vita. Confessiamo che troppo spesso abbiamo accettato l’invito della follia, ma oggi scegliamo di sederci alla tua tavola. Nutrici con la tua Parola, fortificaci con la tua grazia e trasformaci con il tuo Spirito. Aiutaci a rifiutare ciò che è fugace e insoddisfacente, e a trovare la nostra gioia e soddisfazione in te, Gesù Cristo, il Pane della Vita. Rendici messaggeri fedeli del tuo invito, affinché altri possano gustare e vedere che tu sei buono. Nel nome di Gesù preghiamo. Amen.