All'ascolto della sapienza - La sapienza trovata - Colossesi 1,24-2,3
Cosa collega il 9 secolo a.C., il primo secolo d.C. e il 21mo secolo d.C.? Il fascino della sapienza. Cosa unisce Gerusalemme, Colosse e Roma? L’attrazione della saggezza. Non a caso i greci avevano la dea Atena e i romani la dea Minerva che detenevano la saggezza. Non a caso a Roma abbiamo una università dedicata alla Sapienza. Questa non è solo un’attrazione antica. Oggi, il settore più dinamico al mondo è quello dell’intelligenza artificiale: la ricerca di sapienza tramite l’uso di algoritmi in grado di espanderla e approfondirla in poco tempo. I libri, le scuole, le università, il web … tutto ci parla del costante viaggio alla ricerca della sapienza.
Tutti noi siamo costantemente impegnati in questa ricerca, quasi H24. Nel labirinto di voci, risorse e mappe della sapienza, il testo che abbiamo letto ci offre tre indicazioni stradali per cercare e assaggiare la sapienza.
1. La saggezza è una Persona
Paolo scrive ai cristiani a Colosse che erano nel bel mezzo di una discussione proprio sulla sapienza. Dove trovarla? Come viverla? erano le domande che tutti si facevano. La risposta immediata era questa: la sapienza è una “filosofia” (2,8) che alla fine si risolveva in una serie di divieti e costrizioni: non mangiare questo, fai quest’altro. Era una sapienza che soffocava la vita dentro un ginepraio di precetti. Da buon ebreo, Paolo avrebbe potuto contrapporre questi precetti a quelli giudaici, ma non lo fa. Come cristiano, sa che la sapienza divina non è un codice legale soltanto e nemmeno una serie di principi astratti.
La sapienza che i Colossesi hanno bisogno di scoprire è la sapienza incarnata: la persona di Gesù Cristo. In lui abita la pienezza divina (1,19) e la pienezza umana. In Lui tutti i tesori della sapienza e della conoscenza (2,3) sono concentrati e fioriscono. Non sono solo depositati e accatastati come in un anonimo magazzino, ma sono visibili, vitali, portano frutto e irradiano i loro frutti a beneficio di chi li accoglie. Il motivo è che la sapienza non sta in un deposito freddo di nozioni, ma nel calore di una Persona vivente.
Il punto è che la sapienza non sta in una scuola, in una casta e nemmeno in una chiesa. La sapienza non sta in una raccolta di divieti o in una tradizione religiosa. La sapienza è una Persona: e quindi, la sapienza è personale, inter-personale, relazionale. Non è sapiente chi sa tante cose, ma chi conosce la Persona giusta. Non è sapiente chi ha titoli accademici, ma chi è amico di Gesù Cristo. Ai cristiani a Corinto, Paolo aveva scritto: tra di voi non ci sono tanti sapienti secondo i criteri del mondo, ma avete conosciuto Gesù Cristo che è la sapienza di Dio (1 Corinzi 1,26-31). Voi siete i veri sapienti non per meriti o titoli o per il vostro CV: siete sapienti perché avete abbracciato Cristo credendo in Lui. Per conoscerlo non bisogna meritarlo, ma occorre affidarsi a Lui: avvicinarsi a Cristo volendolo conoscere, amare e servire.
Chi conosce Cristo conosce la Sapienza: può essere laureato o no, esperto o meno, giovane o diversamente tale: non importa. Chi conosce Cristo può vivere in modo pieno, guarito, generoso, cioè in modo saggio. Lo conosci tu?
2. Il tesoro è nel mistero
Già, ma dov’è Cristo? Come si accede alla sua conoscenza? Dov’è il suo indirizzo? Lui è il tesoro della sapienza ma qual è la password per accedervi? Qui Paolo parla del “mistero” di Dio (1,26-27; 2,2) rivelato in Gesù Cristo. In un certo senso, la conoscenza di Gesù Cristo è “open source”, è aperta e accessibile. Il salmo 19,1 dice che i cieli raccontano la gloria di Dio e il pensiero dell’eternità è nel nostro cuore (Ecclesiaste 3,11). Sia fuori che dentro di noi, siamo sempre esposti alla realtà di Dio, anche se noi la soffochiamo e la distorciamo. In ogni caso, è “open source”. Dall’altro lato, per conoscere i tesori della sapienza di Gesù bisogna fare un percorso dentro il “mistero” di Dio: in altre parole bisogna avere la password per accedervi. Cos’è il “mistero”? Le correnti gnostiche che erano popolari a Colosse dicevano che bisognasse essere “illuminati” o “iniziati” ai segreti della saggezza. Paolo dice no: il “mistero” non è un segreto per pochi ma è una storia che parte da lontano e che Gesù, nella sua Persona e nella sua opera, compie. E’ la storia che la Bibbia racconta di un Dio che ha creato ogni cosa buona, del peccato che ha rovinato tutto e di una vicenda che da Abramo e Sara, passando da tutte le generazioni successive, arriva a Gesù Cristo che muore sulla croce e risorge dalla tomba per la salvezza di chi crede e prosegue ancora sino al compimento finale della sua seconda venuta.
Questo è il “mistero”: il piano di Dio rivelato in Gesù Cristo e compiuto da Lui. E’ questa è la password per dare un senso a tutto: che Dio ha tanto amato il mondo che ha mandato il suo unico Figlio affinché chi crede in Lui non muoia ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16). Tutti i tesori della sapienza stanno qui. E’ un mistero accessibile ai bambini e alle persone semplici (Matteo 11,25-27). Non ci vuole un IQ alto e nemmeno titoli o meriti: serve la fede soltanto. La fede è la chiave per conoscere il mistero che Cristo ha rivelato. Senza fede non si è saggi. La fede è la password per entrare nella relazione personale con Gesù Cristo. Quando ci perdiamo nei vicoli ciechi della vita, ritorniamo al mistero rivelato da Cristo; quando non capiamo cosa accade, andiamo alla storia che illumina tutto; quando il sistema operativo non funziona, usiamo la password giusta! Stai cercando il mistero sbagliato o con parole d’ordine inadeguate o ti apri al mistero di Dio accessibile per fede soltanto?
Per chi di noi è già dentro il mistero di Dio rivelato in Cristo: abitiamolo in modo appassionato, esploriamolo nelle meditazioni bibliche, condividiamolo nelle conversazioni, approfondiamolo ogni giorno. Non viviamo da estranei o da turisti superficiali, ma da cittadini del regno di Dio! Come posso vivere oggi con Cristo, dentro il mistero rivelato, alla luce della Parola di Dio? Questo è il tesoro della saggezza!
3. La ricchezza è per tutti
Il terzo cartello stradale è anch’esso controculturale rispetto a quello che accadeva a Colosse nel primo secolo e a quello che accade oggi a Roma. Allora come ora, la sapienza era associata ad un gruppo ristretto di persone ricche, dotate e capaci, possessori di un codice segreto. Era una sapienza per pochi e iniziatica.
Non così per la sapienza cristiana. Paolo dice di sperare, lavorare e affaticarsi affinché “tutti” diventino saggi e maturi (1,28). Tutti i discepoli e le discepole di Cristo non solo hanno accesso alla sapienza divina ma possono crescere e diventare saggi in Cristo e con Cristo. Tutti i credenti: chi lo è da poco, chi va lento, chi ha una strada in salita. Tutti possiamo crescere nella saggezza divina.
Qualunque sia la situazione di vita in cui ti trovi, la saggezza divina è lì per aiutarti a trovare la via in avanti. Qualunque sia la difficoltà che incontri al lavoro, in famiglia, negli incastri dell’esistenza … quella è un’occasione per crescere nella sapienza.
Nel nostro mondo saturo d’informazione, ma scarso in saggezza, la sapienza di Dio chiama e in Cristo ci raggiunge oggi. La ascoltiamo e la vogliamo seguire?